Innovatore Certificato
Il 07/12/2022 è una data che non dimenticherò: sono diventato Google Certified Innovator!
É stato un lungo percorso, iniziato nel 2019 in tempi non sospetti, quando da Animatore Digitale attivai l’allora G Suite for Education alla mia scuola e iniziai il percorso di certificazione delle competenze prima come docente, e poi come formatore. Ho raccontato tutti gli step che mi hanno portato a formare decine di migliaia di docenti di tutta Italia (e non solo!), in vari articoli del mio blog. Rileggerli è stato abbastanza commovente, ricordare come sono partito, tutto quello che è successo nel mezzo e arrivare a questo traguardo professionale, mi ha ricordato quanto sia importante dare sempre il massimo e non mollare mai! É una questione di mindset…
Se sei curioso, trovi gli articoli ai seguenti link:

Il percorso Innovator
Basta con i festeggiamenti, l’intento dell’articolo è quello di spiegarti come funzioni il percorso per diventare Google for Education Certified Innovator e come sia strutturata l’Academy.
Innanzitutto, per essere ammesso all’Academy, devi essere Google Certified Educator di livello 2 (certificazione in corso e non scaduta, ricorda che dura tre anni), poi devi superare una selezione. Non è necessario essere Google Trainer o Coach, le certificazioni sono indipendenti.
Le Academy non sono aperte sempre e, da quando sono online, sono su base regionale. L’ultima Academy aperta a candidati europei è stata nel 2020, era globale e online. Feci richiesta ma non fui ammesso, ci rimasi un po’ male ma ero sicuro che prima o poi sarei rientrato. Molti innovatori hanno dovuto ripetere l’applicazione più volte prima di riuscirci.
Andando su questa pagina e cliccando su Candidati ora puoi fare il login con il tuo account Google (personale) e verificare se ci sono Academy aperte.
Quest’anno era aperta la VIA (Virtual Innovator Academy) 22 per l’area EMEA (Europe Middle East Africa), alla quale ho fatto l’applicazione a settembre. C’era infatti tempo fino al 23 settembre 2022 per presentare la candidatura, in cui descrivere la tua esperienze e presentare un progetto innovativo che ti sarebbe piaciuto portare all’Academy, per ricevere aiuto nel realizzarlo. Infine, è necessario, spiegare il progetto e le motivazioni in un video di circa 90 secondi. Io l’ho girato in inglese, ma è possibile anche farlo nella propria lingua madre.
Il 6 ottobre ho ricevuto l’email con la conferma di essere stato ammesso. É stata una gioia scoprire che ben 12 colleghi italiani, molti dei quali ho avuto modo di conoscere e apprezzare in questi anni per la loro disponibilità, le competenze e le innovazioni, erano stati ammessi all’Academy. Una bella rappresentanza, che ha reso il percorso ancora più piacevole.
L’Academy
Come attività di ice-breaking, prima ancora che l’Academy iniziasse, ma coordinandoci tramite Google Chat, ci è stato chiesto di realizzare il logo di quest’anno. sono state proposte valide alternative: quello che vedi in figura è quello vincitore del sondaggio.

Il corso di formazione è stato molto intenso e ha delle modalità ben diverse da quelli a cui siamo abituati in Italia. In realtà, avevo vissuto qualcosa di simile poco tempo fa con la Masterclass for STEAM di Fondazione Golinelli, anche se concentrato in una settimana e in presenza. La Google Academy, invece, dura circa due mesi, abbiamo iniziato il 18 ottobre e finito il 6 dicembre, 2 ore settimanali di corso ogni martedì, più un’ora di lavoro di gruppo con un tutor.
Nel mio caso, la tutor è stata la prof.ssa Filomena Pizzulli, già Innovator nel 2020, e nel mio gruppo c’erano i bravissimi colleghi Angelo Gigliotti, Marilena Ferraro, Ester Vazzoler, Adele Leccia, Arianna Pisapia (il mitico gruppo 5!). Nell’altro gruppo italiano, il gruppo 6, gli altri stimati colleghi Francesco Piccolo, Francesca Mazzoni, Paola Paolino, Debora Ruocco, Massimiliano Catucci, Gabriella Righetti guidati dalla coach Sabina Moscatelli, anch’ella Innovator della VIA 20, insieme a Filomena e ad Alessandro Bencivenni.
Insomma, un bel nutrito gruppo di docenti italiani ha dimostrato che i passi avanti, in termini di tecnologie, metodologie e idee nella didattica, fatti dal nostro paese sono stati tanti. Oltre ai gruppi territoriali, ognuno di noi è stato accoppiato con un affinity buddy, un compagno di viaggio con il quale fare attività separate e per confrontarsi lungo il percorso.
Durante le otto settimane di corso, oltre alle lezioni, abbiamo avuto modo di fare workshop con esperti dell’applicazione delle tecnologie all’educazione e con Innovator che hanno avuto successo con il loro progetto e che ora hanno delle startup con le quali sviluppano soluzioni innovative per le scuole.
Soprattutto, abbiamo imparato praticamente a conoscere ed utilizzare la metodologia del design thinking, costruendo e testando il nostro prototipo (i miei studenti mi hanno aiutato!).
La cosa straordinaria è il grande lavoro di gruppo, nonostante le difficoltà ho percepito il supporto del mio team, della mia coach e del buddy, che mi hanno dato degli ottimi suggerimenti. In effetti, la mia idea iniziale è cambiata più volte durante tutto il processo, fino ad affinarsi e prendere forma.
Sparkcamp Saturday
Più o meno a metà dell’Academy, siamo stati invitati a prendere parte ad un evento annuale che coinvolge Innovator e aspiranti tali, lo Sparkcamp Saturday. Si tratta di un’iniziativa molto particolare, che dura 24 ore consecutive e prevede slot da 20 minuti a docente, durante il quale ognuno dei partecipanti può fare un breve workshop per mostrare una sua passione. Io ho scelto, tra le tante passioni della mia multipotenzialità, il video editing. Puoi vedere il mio video qui.
Pitch finale e Graduation
Prima della fine, abbiamo compilato un modulo per scegliere dei regali, tutti avremo una maglia (non ancora arrivata), più un regalo a scelta. Io ho scelto la custodia per il laptop, la puoi vedere in questa storia su Instagram.
Infine, l’Academy, quest’anno guidata dai bravissimi Andrew Caffrey, Les McBeth e Cat Lamin, ci ha chiesto di realizzare un breve pitch video in cui descrivere le funzionalità del nostro prototipo e perché avrebbe portato beneficio ai nostri utenti (nel mio caso gli studenti, in altri i genitori o i docenti).
La cerimonia finale è stata molto emozionante, abbiamo visto i pitch, ricevuto feedback, i coach hanno presentato tutti i gruppi e infine, siamo stati ufficialmente dichiarati Google Certified Innovator!
Ma non finisce qui…
In realtà l’Academy è solo l’inizio di un percorso molto più lungo. Infatti, Google vorrebbe che ogni Innovator realizzi effettivamente il suo prototipo e per questo ti mette a disposizione un tutor che possa seguirti e soprattutto un gruppo di esperti pronti ad aiutarti in caso di difficoltà tecniche. Dato che ho deciso di realizzare un’app, mi sarà sicuramente di grande aiuto poter contare su di loro. Tra un anno vedremo cosa sarò riuscito a realizzare, non ne posso ancora parlare ma spero che sia qualcosa di utile per i nostri studenti!
Accoglienza
Ci siamo stupiti un po’ tutti, il nostro percorso non è passato inosservato ed è stato riportato da varie testate nazionali e locali, ecco alcuni articoli:
Oltre a ciò, gli attestati di affetto e stima che ho ricevuto dopo la notizia mi hanno veramente colpito. Studenti, ex-studenti, colleghi, genitori, hanno tutti avuto un pensiero per me e mi hanno ringraziato per l’impegno profuso in questi anni (vedi ad esempio questo post).
Conclusioni
Ci sarebbero ancora tante cose da dire, ma non mi basterebbe un sito intero. L’esperienza vissuta è stata davvero intensa e mi ha permesso di imparare un sacco di cose. Se dal punto di vista emotivo non posso paragonarla alla Masterclass for STEAM di Fondazione Golinelli, anche per il fatto che quella si è svolta in presenza, dal punto di vista della qualità della formazione sono estremamente soddisfatto. Mi chiedo, però, perché per ricevere una formazione di così alto livello sia necessario partecipare ad eventi così esclusivi. Mi piacerebbe che il design thinking, l’Intelligenza Artificiale, i mondi immersivi, il making, la data visualization e tutte le altre fantastiche cose che ho imparato quest’anno e che stanno cambiando il mio modo di insegnare, facessero parte del bagaglio di ogni collega.
Perché essere insegnanti è, anche, studiare per migliorarsi.
Non so se succederà mai, ma mi auguro un giorno di poter dare il mio contributo, in maniera più capillare ed organica di quello che sto già facendo, per cambiare la formazione dei docenti. Se sarò chiamato in causa, sicuramente ci sarò.
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