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I multipotenziali: problemi e opportunità

Hai mai sentito parlare di persone multipotenziali? Beh, fino a qualche mese fa neanche io, poi facendo delle ricerche sul mindset (puoi leggere il mio articolo dedicato qui), mi sono imbattuto in un video su YouTube di una giovane imprenditrice americana che presentava la multipotenzialità durante la celebre serie di conferenze TED. Ebbene, il video mi ha colpito così tanto che ho voluto subito iniziare a leggere il libro scritto dalla stessa imprenditrice, di cui ti parlerò tra poco, e fare ulteriori ricerche.

Dunque, in questo articolo voglio parlarti di cosa significhi essere un multipotenziale, di quali problematicità abbiano queste persone e perché possono essere preziose negli ambienti in cui lavorano. Infine, come ho scritto nell’articolo sul mindset, tirerò le somme e cercherò di legare i due argomenti. Preciso che, a differenza del mindset, sui multipotenziali non esiste una corposa letteratura scientifica, è un argomento riportato alla ribalta piuttosto di recente e che probabilmente riguarda un numero ristretto di individui, anche se, come spiegherò a breve, se ne parla in psicologia da circa cinquant’anni.

Quindi, chi sono i multipotenziali? Veniamo subito al consiglio di lettura sull’argomento, poi troverai anche il link a quel video che per me è stato illuminante. La parola “multipotenziali” è stata riportata in auge da una giovane imprenditrice americana, Emilie Wapnick, che non solo ne ha parlato durante la serie di conferenze TED, ma ha anche scritto un libro sull’argomento che è diventato un vero best seller. In realtà, l’espressione persona multipotenziale era già nota in psicologia dagli anni ’70 del Novecento, ripresa poi a partire agli anni ’90 (troverai dei consigli di approfondimento in fondo all’articolo), per indicare una persona che in appropriati contesti può sviluppare una serie di competenze ad alto livello. Il termine è stato usato, sempre in psicologia, nello studio dei bambini dotati, ma non è da confondere con la plusdotazione.

Emilie Wapnick

Nel suo intenso libro, tradotto in italiano con il titolo Diventa chi Sei, Emilie Wapnick spiega cosa sia significato per lei essere una multipotenziale, quante difficoltà questo le ha comportato da bambina e quale liberazione sia stata essere finalmente riuscita ad avere consapevolezza della sua condizione. Pertanto, nel testo, che scorre piacevole e leggero, senza pretesa di scientificità ma con tanta passione ed empatia, l’autrice vuole motivare tutte quelle persone che hanno o hanno avuto difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, perché oggi la specializzazione è ritenuta una qualità più rilevante rispetto all’eclettismo.

Ci stiamo avvicinando, finora ti ho detto che il multipotenziale è una persona eclettica, poliedrica, uno a cui piace mettere le mani in pasta in diversi ambiti, un po’ come gli uomini rinascimentali, che facevano i pittori, gli scrittori, gli scienziati e tutto quanto volessero senza alcuna remora di sorta. Bello, non credi? A dirla così sembra che essere multipotenziale possa condurre ad una esistenza felice ed appagata, almeno nel campo lavorativo. Avrai intuito che non è così…

Se nel Rinascimento questa poteva essere considerata una qualità, oggi il multipotenziale pecca di un grande difetto, ossia quello di voler fare più cose contemporaneamente, di voler cambiare mestiere, di non volersi specializzare in nessun campo preciso e quindi di non essere riconducibile a nessuna delle categorie mentali che le persone sono solite farsi.  Non a caso spesso la loro iperattività viene confusa per confusione.

Pensa a quando da bambino ti chiedono: “Cosa vuoi fare da grande?”

Benché gli adulti non dovrebbero dare troppo peso alla risposta del bambino, essi comunque si aspettano che essa sia rassicurante, tipo il medico o l’astronauta. E se invece gli dicessimo che vogliamo fare il medico e l’astronauta? E anche il violinista, il grafico e l’informatico? Probabilmente li spiazzerebbe, ma non darebbero eccessiva importanza a questo tipo di risposta.

Ebbene, se provassi a chiedere ad un multipotenziale che lavoro fa, dopo un po’ di imbarazzo probabilmente ti darebbe una risposta simile a quel bambino, oppure, per non farti sentire a disagio, sceglierebbe una delle sue attività e ti comunicherebbe solo quella, benché non lo rappresenti appieno.

I quattro modelli di lavoro multipotenziale e i superpoteri

Venendo al dunque, cercando di capire chi sono i multipotenziali, l’autrice sottolinea le caratteristiche fondamentali di queste persone, quelle che chiama “superpoteri multipotenziali”, vediamo quali sono:

  1. Estrema capacità di sintesi
  2. Apprendimento veloce
  3. Adattabilità
  4. Visione d’insieme
  5. Collegare e tradurre

Non entrerò nel dettaglio, ma la descrizione di queste qualità mi ha molto colpito e dopo capirai perché.

La parte più interessante, però, è che nonostante tutte queste capacità i multipotenziali stentano a trovare collocazione nel mondo del lavoro, anzi spesso non riescono neanche a passare i colloqui, in quanto vengono preferiti candidati più specializzati e che tendono a saper fare una sola cosa (la mia esperienza aziendale all’estero, durante la quale ho anche fatto colloqui ai potenziali neo-assunti mi conferma che è così, anche se qualcosa sta cambiando). Non solo, essi stessi provano una sorta di “sindrome dell’impostore“, in quanto non si sentono mai esperti, anche quando in realtà lo sono.

Quindi, cosa può fare un multipotenziale per ritagliarsi il suo angolo di soddisfazione? L’autrice, come ci si poteva aspettare, suggerisce perlopiù un lavoro autonomo, che ti permetta di poter sviluppare le tue innumerevoli passioni, anche se non sempre è necessario rinunciare alla propria stabilità economica. Ad esempio, tra i modelli proposti, mi ha colpito molto l’approccio Einstein, ossia quello in cui si svolge un’attività a tempo pieno, possibilmente piacevole, che però ti lasci tempo libero per altre attività, anche non redditizie (Einstein scrisse la teoria della relatività e si dedicò a tanti altri progetti mentre aveva un impiego fisso all’ufficio brevetti).

Anche la fenice è un modello molto intrigante, se leggerai il libro molto probabilmente concorderai.

Infine, nell’ultimo capitolo, Emilie Wapnick cerca di motivare i multipotenziali a non abbattersi e a sfruttare le loro qualità (che sono tante e preziose), in attività anche inusuali. Ella stessa ne è un esempio, uno dei suoi lavori è infatti proprio quello di guidare una comunità di multipotenziali a trovare la propria strada, applicando uno dei modelli di organizzazione proposti nel capitolo precedente. La comunità, a pagamento, si chiama Puttylike.

Perché questa lettura?

Ok, arrivato sin qui probabilmente ti starai chiedendo perché ti proponga una lettura su chi sono i multipotenziali in un blog che si occupa di didattica digitale. Va bene, lo confesso, quando ho visto il video di Emilie Wapnick a TED ho provato un brivido lungo la schiena, non mi era mai capitato che qualcun altro descrivesse sensazioni, stati d’animo e problematiche che ho vissuto in prima persona, è stato decisamente strano. Ma anche liberatorio, finalmente potevo dare un nome a questa mia smodata curiosità di apprendere cose nuove e a quella strana sensazione di noia che mi percorre quando faccio una cosa per troppo tempo, senza mai riuscire a specializzarmi.

Senza andare troppo indietro, se guardo solo agli ultimi anni: ho lavorato in una multinazionale a Praga occupandomi di logistica, adesso insegno Italiano e Storia, faccio formazione e consulenza alle scuole, , il blogger, lo YouTuber, sono iscritto all’Università, sviluppo web application (hai visto l’ultima?), ho sviluppato applicazioni Android in Java, mi occupo di Intelligenza Artificiale, sono diventato vegetariano e (di nuovo) buddhista e mi sono buttato in diecimila altri progetti che non ho portato a termine. Per non parlare degli studi: perito informatico, laureato in Filologia Moderna, ho un MBA, ecc…un eterno indeciso insomma. Per fortuna, quando mi chiedono cosa faccio nella vita, posso rispondere a testa alta “il docente”, anche se è più complesso di così e spiegare perché la mia carriera non sia lineare richiederebbe molto molto tempo (a proposito, io da piccolo volevo fare l’astrounauta e lo scrittore, o magari scrivere nello spazio, chissà!).

Astronauta che scrive un libro dallo spazio, immagine generata automaticamente grazie all’Intelligenza Artificiale.

Anche io ho avuto gli stessi problemi descritti dall’autrice in termini di lavoro: ricordo perfettamente la fase finale di un colloquio a Londra, per un’importante azienda automobilistica, in cui il manager mi disse che facevo decisamente “troppe cose”…

Ovviamente non voglio parlarti di me, ma mi preme diffondere l’argomento perché se ti dovesse capitare di incontrare un multipotenziale, anche uno studente (se ci penso io, come l’autrice, conoscevo questa mia caratteristica già da adolescente), saprai che consigli e incoraggiamenti dargli.

Ti avevo promesso il video, eccolo, guardalo con attenzione, più di un milione e mezzo di persone lo hanno già fatto!

Conclusioni

Come ti ho anticipato nell’articolo sul mindset, l’aver approfondito i due argomenti insieme mi ha fatto porre una domanda? É possibile che i multipotenziali abbiano un mindset dinamico? Vale anche il contrario?

Partiamo dal contrario, mi pare ovviamente di no. Una persona, come si può evincere dal libro di Carol Dweck , può decidere di specializzarsi in una sola cosa e migliorare in essa.

Sulla domanda principale, però, ho visto molte affinità tra la volontà di affrontare nuove sfide dei dinamici e dei multipotenziali, i quali in effetti non si scoraggiano di fronte all’imparare nuove cose pur di riuscire.

Anche se tra i “multipotenziali famosi”, oltre al citato Einstein, l’autrice annovera anche Leonardo, Galileo, David Bowie e Steve Jobs, insieme a molti altri, essere multipotenziali non vuol dire essere più intelligenti degli altri, probabilmente è proprio una questione di mindset. Non avendo le necessarie conoscenze scientifiche, non posso spingermi oltre, mi basta aver finalmente dato un nome alla mia innata curiosità.

Non solo, facendo le mie ricerche ho scoperto che è appena nata (ufficialmente partirà ad ottobre 2022) la prima comunità italiana dedicata ai multipotenziali. Non posso ancora dire come funzioni e quali attività preveda, per ora mi sono iscritto al gruppo Telegram e ho visto che c’è tanta gente con le mie stesse attitudini, non vedo l’ora di capirne di più. a breve ci sarà l’evento lancio dell’associazione a Roma.

Consigli di lettura

Spero che l’argomento ti abbia appassionato e spinto a saperne di più. Ovviamente ti consiglio di guardare il video, e poi di dare un’occhiata ai seguenti testi se vuoi approfondire o cerchi una lettura interessante. Dai anche un’occhiata ai testi (anche su Audible) di Luca Mazzuchelli.

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